Al di là delle mode e oltre l’evoluzione tecnologica. Chattare è una delle pratiche più antiche e longeve nella storia di Internet. È informale, intima e semplice. E, se il tempo trascorso sui social network diminuisce, come abbiamo raccontato, condividiamo sempre di più attraverso i servizi di messaggistica. Secondo uno studio di RadiumOne, più di tre quarti delle notizie che leggiamo ci vengono suggerite da un amico in chat, mentre clicchiamo solo il 23 per cento dell’informazione che passa attraverso i social. Ecco perché molte testate, tra cui il Wall Street Journal e Quartz, hanno deciso di investire nelle chat. E la prossima frontiera sarà unire l’intelligenza artificiale alla messaggistica: questi sono gli obiettivi di Facebook e Google.
Quando comunichiamo, sempre più spesso scegliamo le chat (gli sms sono quasi scomparsi dalla memoria). Perciò, funzionalità a parte, è importante che siano sicure. E cioè che nessuno possa sottrarre i nostri dati, spacciarsi per noi e truffare le persone care. È qualcosa che non può più esser trascurato e molte stanno iniziando a offrire un sistema di cifratura «end-to-end» integrato nella messaggistica: cioè un algoritmo complesso che offusca le conversazioni nel momento in cui premiamo «invia», per renderle leggibili solo al vero destinatario. Così, durante il loro viaggio attraverso Internet, né il gestore telefonico né chi ha sviluppato l’app né i programmi di sorveglianza governativi potranno intercettarle. Allora guardiamo a quali sono i migliori (e i peggiori) servizi di chat.
http://www.corriere.it/tecnologia/app-software/cards/whatsapp-snapchat-telegram-altre-migliori-peggiori-app-messaggistica/giu-social-network-le-chat_principale.shtml